Distribuzione
L'areale della beccaccia euro-asiatica comprende l'Europa fino alle isole atlantiche (Azzorre, Canarie) e le isole britanniche, l'Asia fino alla Cina, Mongolia, e Tibet. Considerando anche lo svernamento, l'areale della beccaccia si spinge a sud fino alle coste Nord africane e all'Asia minore.
Altre specie di beccacce vivono su un isola del Giappone, Giava, Sumatra e Celebes, oltre che nel grande areale del sub-continente nord americano riguardante la specie locale.
Habitat
La beccaccia è specie silvicola e si trattiene all'aperto solo la notte a scopo nutritivo e di sicurezza. Vive nei boschi, meglio se misti a caducifoglie, con prevalenza di betulle, carpini, frassini, querce, robinie, castagni, ontani, larici e faggi, ma anche abeti, e pini, meglio se non monocolture, nonchè in tagliate. Non è infrequente trovarla anche in noccioleti, pioppeti, e lecceti.
Preferisce boschi non molto folti con terreno morbido, meglio se umido, privo di erbe alte, con buona possibilità di alimentazione e di quiete, nonchè possibilità di nascondersi e fuggire. Durante la nidificazione predilige boschi misti di resinose e caducifoglie con scarsa umidità e al riparo da forti venti.
Il sottobosco mai coperto di erbe alte e folte, umido, ricco di lombrichi, con strati di foglie morte o aghi di pino, felci, anemoni, mirtilli, e rododendri.
Lo strato cespuglioso composto da rovai, caprifoglio, sanguinello, pruni, ginepri, ciuffi di ginestre.
In presenza di avversità metereologiche è possibile trovarla anche in terreni incolti, prati, radure, ma anche in campi di mais, in zone coperte da macchia mediterranea e lungo il corso dei fiumi, anche i boschi bruciati e coperti di cenere attirano le beccacce.
Durante piogge persistenti le beccacce tendono a spostarsi ai margini dei boschi, sugli spiazzi e le carbonaie, in una prateria oppure al riparo di una siepe.
La presenza di bestiame brado con la relativa presenza di escrementi rappresenta grande attrazione per la beccaccia. Infatti proprio grazie all'azione chimica delle fermentazioni di tali escrementi e alla proliferazione della microfauna, essa soggiorna volentieri in terreni cosidetti "vaccinati" e si nutre frugando nelle sostanze organiche in decomposizione.>
Alimentazione
Sono numerosi gli studiosi che hanno effettuato approfondite ricerche al riguardo, ne citiamo alcuni: Sheldon e Liscinski in America; Witherby in Inghilterra; Fadat in Francia; Sterbetz e Kiss in Ungheria e Romania; Siletti, Celano e Spanò in Italia. La base alimentare della beccaccia è senza dubbio il lombrico che essa cerca e trova ispezionando minuziosamente i terreni a lei più congeniali. Pare che mediamente la beccaccia debba ingerire almeno 150 gr di lombrichi al giorno per poter sopravvivere.
La tecnica di ricerca è costituita dall'uso dell'odorato, e dell'udito, sensi che sono molto sviluppati, ma anche con l'aiuto di un calpestio ritmico e alternante. Numerosi altri invertebrati costituiscono la dieta della Beccaccia, tra cui mosche, grilli, coleotteri, ragni, lumache, centopiedi e millepiedi, insetti coprofagi reperiti negli escrementi di bovini e cervidi, larve acquatiche.
Uno studio di Kiss del 1988 ha evidenziato un elenco di 70 animali e 32 gruppi vegetali. In Francia uno studio condotto da Fadat ha evidenziato oltre ad una altrettanta grande varietà di animali, anche la presenza di vegetali nel 90% dei ventrigli esaminati anche se in quantità sempre scarsa. Mirtilli, bacche, semi di sambuco, chicchi di mais e di avena, coccole di ginepro, erbe e piante acquatiche pare facciano parte della sua regolare alimentazione, anche se molto dipende dalle situazioni locali durante la migrazione.
La beccaccia inghiotte con molta regolarità anche piccoli minerali sotto forma di pietruzze, sabbia e sassolini che agevolano il processo digestivo.
Gli escrementi della beccaccia che i cacciatori chiamano "fatta", è una ulteriore caratteristica della beccaccia. Essa si presenta come una macchia di colore biancastro costituita da sostanze fluide, e al centro da un grumo di colore scuro quasi nero. Indizio di presenza per i cacciatori, infatti se fresca si presenta brillante e lucida. Ancora due riferimenti curiosi quanto eccezionali riguardanti l'alimentazione della Beccaccia.
Garavini riferisce nel suo " Beccacce e Beccacciai " di un cacciatore che in una pineta di Ravenna durante il freddissimo inverno del 1956, raccolse una beccaccia morta di freddo, che sezionata, conteneva nel suo stomaco un intero Regolo ( piccolo uccelletto dal peso di 5 -6 gr di peso, probabilmente colto dalla stessa sorte) che aveva ingerito senza poterlo digerire.
In Francia nel 1985 anche a causa di un ondata di freddo eccezionale fu trovata una luscengola (rettile sauro ) lungo 170 mm e dal diametro di 6mm nello stomaco di una beccaccia trovata morta in stato di evidente denutrimento ( 195 gr ).
Riproduzione
La riproduzione della beccaccia è influenzato da fattori esogeni ( allungamento dell'illuminazione diurna), ed endogeni (fattori ormonali, sviluppo delle gonadi).
Il periodo legato alla nidificazione seppur dipendente dalle latitudini e altitudini, varia da Marzo alla fine di Agosto. L'inizio della nidificazione può ritardare man mano che si procede verso areali posti a latitudini più nordiche.
L'areale di riproduzione si estende dalle isole occidentali atlantiche fino a quelle pacifiche del Giappone.
L'Italia si pone all'interno dei margini meridionali dell'area di nidificazione con prevalenza nell'area alpina e prealpina.
Diversi casi di nidificazione si sono verificati nella regione appenninica del centro- nord, ed un caso anche sulle montagne della Sila in provincia di Cosenza nel 1974. Nidi di Beccacce sono stati rinvenuti anche nella catena dell'Himalaya a quote superiori ai 4000 m.
L'habitat della nidificazione è costituito da boschi ma anche di radure, su terreni asciutti e al riparo da forti venti.
Il nido per lo più è una semplice depressione del terreno assai sguarnita; raramente è più elaborato, ma sempre in armonia con la vegetazione circostante. Vengono adoperate foglie secche, aghi di pino, rametti intrecciati, erbe, muschi e piume. Il numero delle uova è mediamente di 4, deposte generalmente a cadenza giornaliera. Il colore delle uova è variabile, generalmente di colore giallo-rossastro con macchioline che variano dal grigio al bruno-avana con punteggiature lilla.
Il periodo di incubazione, a cui provvede la sola femmina è di circa 3 settimane, al termine delle quali nascono i pulcini che essendo nidifugi, sono in grado dopo poche ore di seguire la madre.
I pulcini alla nascita pesano tra i 15 e 20g , sono lunghi circa 10cm ed hanno il becco più corto del capo. Sono ricoperti di piumino di colore giallastro percorso da 3 striature longitudinali, anche sul capo sono presenti delle bande simili a quelle dell'adulto.(Spanò)
I piccoli iniziano a nutrirsi da soli dopo 3-4 giorni e crescono al ritmo di circa 8gr al giorno, dopo circa 12 -13 giorni possono estrarre i lombrichi dal sottosuolo. A circa 40 giorni raggiunge il peso adulto, mentre a 30 giorni è già in grado di volare per buoni tratti (Fraguglione, Marcström, Ostermeyer).
Le chioccia in quanto a cure parentali è una mamma molto accorta. In caso di pericolo assume il tipico atteggiamento di animale ferito, trascinando l'ala, ma ella cerca di incutere spavento arruffando le ali, aprendo la coda a ventaglio e sbattendo le ali.
Il trasporto aereo dei pulcini è sicuramente tra i più misteriosi e affascinanti aspetti della beccaccia. Pare che in caso di pericolo i pulcini vengano trasportati trattenuti tra le zampe e il ventre e con l'ausilio del becco in luoghi più sicuri.
La vita di coppia delle beccacce come riportata dal russo Iwanow, e già osservata in studi precedenti, conferma che il maschio abbandona la femmina subito dopo la deposizione dell'ultimo uovo.
I maschi a loro volta continuano i loro voli nuziali attirando, corteggiando e accoppiandosi con altre femmine.
Sono proprio i voli nuziali che i francesi chiamano "croule", gli inglesi "roding", e i tedeschi " balzflug" che caratterizzano il periodo riproduttivo della beccaccia.
Il termine croule è stato adottato anche in Italia e rende l'idea del verso che il maschio emette durante il volo (cru-cru). Questi voli sono appunto prerogativa dei soli maschi che al crepuscolo nelle zone scelte e adatte alla riproduzione si impegnano su aree varianti tra i 30 e 60 ettari con punte fino a 100 ettari alla ricerca della femmina da conquistare e per mantenere un proprio territorio.
Studi abbastanza recenti effettuati da Hirons in Inghilterra hanno permesso, con l'aiuto di dati telemetrici ottenuti con una trasmittente di piccolissime dimensioni alloggiata sul dorso della beccaccia, di leggere più chiaramente questa caratteristica così particolare della beccaccia.
Tali voli della durata media di 8 - 10 min. e per non più di 15 min. si ripetono anche 3 - 4 volte la sera ad altezze di 15 - 20 metri a velocità di 30 - 40 Km orari.
A tali voli fanno seguito le parate a terra dove il maschio si pavoneggia letteralmente aprendo la coda a ruota tenendo in ben evidenza le punte bianche delle timoniere e tenendo le ali basse. Dopo queste fasi di corteggiamento, se tutto va bene avviene l'accoppiamento.
Migrazione
La beccaccia appartiene a quelle specie di uccelli che sistematicamente in primavera ed in autunno compiono voli migratori alla ricerca di aree favorevoli alla riproduzione e allo svernamento.
La migrazione della beccaccia avviene di norma di notte, anche se sono state avvistate in pieno giorno (Garavini). Generalmente avviene in voli solitari o in piccoli gruppi di 4 - 6 soggetti, raramente in gruppi più grandi.
Le altezze e la velocità di volo varia molto a seconda delle condizioni metereologiche. Califano riferisce inverosimilmente di beccacce avvistate a quote di 2500 metri, mentre piú ragionevolmente Garavini scriveva di quote di poche centinaia di metri, ed in molti casi solo a pochi metri dal terreno. Di fatto ancora oggi mancano elementi certi riguardo l'altezza di volo.
Riguardo la velocità le stime sono intorno ai 50 - 60 Km orari. Più recentemente e grazie all'ausilio della radiotelemetria satellitare si sono registrate velocità di volo superiori agli 80 Kmh. Normalmente le beccacce percorrono durante il volo migratorio distanze medie per notte intorno ai 300 Km restando in volo circa 6 - 8 ore (Garavini).
Le beccacce migrano generalmente da Nord-est in direzione Sud-ovest, anche se molto dipende dalle zone di origine. In uno studio di Clausager del 1974 si evidenziava che la maggioranza delle beccacce provenienti dalle aree scandinave, specialmente quelle norvegesi, tendevano a spostarsi verso Ovest ovvero isole britanniche e Nord della Francia. Mentre sono le beccacce dell'Europa occidentale e quelle orientali a seguire direttrici migratorie con direzione a prevalenza Sud Sud-ovest.
Più moderne conoscenze acquisite hanno evidenziato che l'istinto migratorio è probabilmente maggiore nelle femmine che nei maschi, questo per quanto riguarda la migrazione autunnale, in primavera accadrebbe l'inverso.
Nella migrazione della beccaccia fattore di sicura evidenza è l'aspetto alimentare. Infatti le condizioni dello stato superficiale del terreno lo sviluppo della microfauna di cui si ciba, condizionano la permanenza della stessa in un determinato luogo. Essa infatti condizionata come è dal suo lungo becco, soffre molto la presenza di rigidità climatiche che le impediscono una corretta alimentazione (gelate).
Le masse di aria fredda tipiche della stagione autunnale rendono invivibili le latitudini di riproduzione, portano però i venti giusti per favorire i voli migratori. Infatti sono proprio i venti provenienti dai quadranti Est, Nord-est ad avere grande importanza per il raggiungimento dell'areale di svernamento. Inversamente in primavera quando sono i venti dai quadranti meridionali ad influenzare la risalita.
Sull'influenza delle fasi lunari i pareri sono stati spesso discordanti, ed anche se le notti senza luna sembrano essere preferite, sicuramente non sono determinanti al fine della migrazione.
Normalmente le beccacce evitano il mare aperto preferendo viaggiare lungo le coste, anche se esso viene attraversato in più punti senza problemi.
Fondamentalmente sono i bruschi abbassamenti di temperatura sotto lo zero a creare le condizioni ideali all'inizio degli spostamenti.
Ma la beccaccia non è solo uccello migratore, infatti ci sono contingenti di beccacce sedentarie. Questo accade nelle isole britanniche, nel nord della Francia, nelle isole atlantiche, ma anche nel Caucaso e in Ucraina.
Svernamento
Lo svernamento della beccaccia considerando l'aspetto sedentario molto presente e la possibile presenza di inverni piuttosto miti, comprende un areale molto vasto. Non considerando le beccacce stanziali delle Azzorre, Canarie e Madeira, lo svernamento avviene nelle isole britanniche Irlanda compresa, in Francia e nella penisola iberica. I contingenti che seguono tale direttrice migratoria possono giungere fino alle coste nord africane (Tunisia - Marocco).
Lo svernamento della beccaccia interessa l'Italia come noto in misura nettamente maggiore nelle regioni del centro- sud. Anche tale direttrice migratoria consentirebbe alle beccacce di giungere fino alle coste nord africane.
La beccaccia sverna anche nella penisola balcanica, in Grecia, in Turchia, sulle coste del mar Nero e del mar di Marmara, in Iran, Afghanistan, fino all'Arabia Saudita. Spostandosi più ad est in Romania, ed in tutta l'area meridionale dell'ex Unione Sovietica.
Altri quartieri di svernamento vanno dalla Mongolia fino alla penisola indiana, Pakistan, Nepal, Tailandia, Indonesia, Malesia e le isole giapponesi.
Le altre Beccacce
BECCACCIA AMERICANA - Scolopax minor
Come già dal nome latino, è più piccola rispetto alla rusticola, come anche i toni di colore sono alquanto diversi rispetto alla cugina euro-asiatica.
Il mantello è bordato di toni grigi così come anche le scapolari. Le parti inferiori non sono barrate e presentano una tinta di arancio.
Ulteriore caratteristica di tale Beccaccia è la lunghezza delle tre primarie che sono più corte e sottili rispetto alla Scolopax rusticola.
La distribuzione si estende dal Canada , agli Stati Uniti, e fino al Golfo del Messico.
BECCACCIA DI AMAMI - Scolopax mira
Caratteristica di questa Beccaccia è un'area di pelle nuda rosata attorno all'occhio. La grandezza non si discosta dalla nostra ma anche la testa è diversa, presentando una fronte più appiattita e poco angolata rispetto al becco.
Anche in questa Beccaccia si notano diversi toni di colori che non si riscontrano nella euro-asiatica. I toni variano dal marmorizzato bruno-rossastro delle secondarie centrali, fino alle macchie argentee sulle punte delle timoniere opache piccole e grigiastre.
La distribuzione di tale Beccaccia si limita ad alcune isole del Sud del Giappone.
Di abitudine sedentaria, si riscontra nelle foreste sempre verdi e nelle aree adiacenti.
BECCACCIA OSCURA - Scolopax saturata
Questa Beccaccia dall'aria molto mansueta e riluttante a prendere il volo, presenta le sue caratteristiche nelle dimensioni che sono simili a quelle della Beccaccia americana, ed in un piumaggio decisamente scuro. Le parti superiori presentano molto nero, mentre quelle inferiori sono barrate piuttosto vistosamente. Essa nidifica in nidi imbottiti di muschi fino ad una altezza di due metri, in mezzo a felci epifite ( Grzimek ). Un esemplare di Scolopax saturata è custodito nel Museo della Compagnia delle Indie Orientali. Si possono identificare due razze separate
- S.s.saturata
- Presenta una macchia tendente al bianco nella parte alta del petto rispetto ai toni marroni delle zone circostanti. Vive nelle isole di Sumatra e Giava.
- S.s.rosenbergii
- I toni biancastri di questa Beccaccia si estendono dal ventre fino alla gola e alle guance. Vive nella Nuova Guinea.
BECCACCIA DI CELEBES - Scolopax celebensis
Di questa specie è che vive sulle isole Sulawesi nelle foreste montane a quote fino 2500 m. si conosce molto poco.
Dall'aspetto per grandezza simile alla specie euro-asiatica, le differenze sostanziali sono le zampe e il becco più lunghi.
In questa Beccaccia il piumaggio del petto presenta le comuni barre marroni in un tono molto sfumato e chiaro, mentre le macchie della parte dorsale sono piccole in toni tendenti al rossiccio.
BECCACCIA DI OBI - Scolopax rochussenii
Questa specie il cui ultimo rinvenimento risale al 1902 è rarissima e forse addirittura estinta, fu rinvenuta esclusivamente sulle isole di Obi e nell'area tra la Nuova Guinea e le Molucche. Circa un quarto più grande della Beccaccia euro-asiatica è per dimensioni sicuramente la più grossa tra le specie conosciute.
Dotata di becco decisamente massiccio, dalle ali larghe e arrotondate. Il piumaggio dalle caratteristiche macchie dorsali molto chiare, mentre il petto uniformemente in toni marrone chiaro rendeva questa specie decisamente unica tra quelle conosciute
La Beccaccia in altre lingue
ALBANESE = Shapka
ARABO = Lubeda Kebir
ARMENO = Ktzar
BULGARO = Bekas
CECO = Sluka
CINESE = Djau
DANESE = Dkovsneppe
ESTONE = Kozpits
FINLANDESE = Lehtokurppa
FRANCESE = Bècasse
GIAPPONESE = Yama-shigi
GRECO = Mpekatsa
GROENLANDESE = Saursuck
INDIANO = Lakarphor
INGLESE = Woodcock
LETTONE = Slohka
LITUANO = Sznepe
LUSSEMBURGHESE = Scnepp
MALTESE = Gallina
NORVEGESE = Rugde
OLANDESE = Houtsnip
POLACCO = Bekas slouka
PORTOGHESE = Gallinhola
RUMENO = Becat
RUSSO = Becasslourka
SERBO = Sljuka
SLOVENO = Sloka
SPAGNOLO = Becada
TEDESCO = Waldschnepfe
TURCO = Culluk
UNGHERESE = Erdei szalonka
VIETNAMESE = Nhát Bà
CINESE = Qiu Yu
TAIWAN = Shan Yu
GIAPPONESE = Yama Shigi